La mia idea di Europa

Dopo le aspettative, i sogni e forse anche le illusioni dei decenni passati, l’Unione Europea si sta rivelando una sorta di “flop” ed è legittimo chiedersi se e come essa sia destinata a sopravvivere.
Dal punto di vista storico l’idea di Europa nasce con Carlo Magno (pater Europae). La civiltà europea occidentale nasce dall’integrazione di tre precedenti civiltà: la precedente civiltà greco-romana, il cui centro era nel Mare Mediterraneo, che ha dato origine alla filosofia ed al diritto, la civiltà giudaico-cristiana, mediterranea anch’essa, che ha dato origine al cristianesimo e la civiltà dei popoli nordici, goti e germani, che ha dato un contributo fondamentale all’evoluzione della civiltà, in particolare nel periodo storico noto con il termine improprio di Medio Evo, consolidando i concetti di tradizione, libertà e nobiltà. In quanto tale, la civiltà europea occidentale si è espansa su gran parte del globo ed ha visto crescere al suo fianco una civiltà europea orientale che ha molte radici in comune.
L’idea di un’Europa unita nacque dopo la seconda guerra mondiale, con lo scopo principale di evitare che Francia e Germania si facessero la guerra: oggi sembra impossibile, ma gli uomini del 1950 sapevano che nel secolo precedente era accaduto tre volte (1870, 1914, 1939). Questo risultato è stato raggiunto, difficile tuttavia suddividere il merito fra il processo di unificazione europea e la cooperazione atlantica (NATO).
Vi fu fin da subito una divergenza fra l’idea di una “Europa delle Patrie” del Generale de Gaulle, di fatto una confederazione di stati in cui i cittadini si identificano e l’idea maggioritaria di una federazione di stati, che si è successivamente trasformata in una nuova entità statale, sovra-nazionale e federativa (Ortino – Diritto Costituzionale Comparato – il Mulino, 1994)
Poi è venuto l’euro: un passo importante, ma preparato male ed in maniera incompleta perché la moneta unica ha senso se esiste una politica economica unica o per lo meno coordinata, e lo stesso vale per il sistema fiscale e per la politica creditizia. Oggi comunque l’euro esiste ed è consolidato, ritornare al sistema precedente avrebbe costi elevatissimi e non sostenibili.
Euro a parte, credo che tutti concordino sul fatto che l’Unione Europea, per sopravvivere, ha bisogno di importanti riforme e di rinnovati obiettivi, provo ad esporre qualche idea in proposito:
Nei confronti dei paesi terzi, l’Unione Europea dovrebbe essere percepita come un’entità statale quasi unitaria e non come una congerie di stati ognuno dei quali segue la propria politica, in particolare:
Nei rapporti esteri, l’Unione Europea per essere credibile dovrebbe avere una politica condivisa già nel breve termine e, nel medio termine, unificata. Con ciò intendo una sola struttura diplomatica, ambasciate europee e non più delle singole nazioni componenti, un’unica struttura di governo dei rapporti esteri e livello politico e coordinamento dei rapporti commerciali.
Prematuro pensare all’unificazione delle Forze Armate, anche perché dal punto di vista operativo esiste già la NATO. L’impiego delle Forze Armate dei singoli stati in operazioni al di fuori dell’Unione dovrebbe essere concordata preventivamente in base agli stessi criteri con i quali sarà condivisa la politica estera. Si potrebbe iniziare a pensare ad uno Stato Maggiore Europeo.
All’interno, l’Unione Europea dovrebbe rispettare l’identità dei singoli stati e delle regioni, province o nazionalità al loro interno:
Con l’uscita del Regno Unito, i sistemi giuridici di tutti gli stati principali sono di più facile armonizzazione in quanto tutti appartenenti alla famiglia romano-germanica. L’Unione Europea dovrebbe limitarsi ad emettere direttive di carattere generale lasciando i singoli stati liberi di legiferare in base alle esigenze locali.
Mantenimento e preservazione delle lingue locali e nazionali, che sono comunque una ricchezza, a medio termine istituzione di una lingua ausiliaria per tutti gli stati che non deve avere lo scopo di sostituire le molteplici lingue madri. Questo è un grosso problema: per evidenti motivi non può essere una qualsiasi lingua dell’Unione, le lingue artificiali (conlangs) si sono rivelate tutte di difficile applicazione, la soluzione più economica e forse l’unica possibile nel breve termine sarebbe l’adozione dell’inglese, anche se ciò inevitabilmente crea una certa sudditanza, almeno psicologica, nei confronti di paesi estranei all’Unione. Nel medio termine si deve escogitare una soluzione che abbia senso, e non è cosa facile: la mia personale idea è quella di una rinascita del latino, idea utopica forse, ma non più utopica dell’adozione di una qualsivoglia lingua artificiale.
I cittadini europei dovrebbero pertanto condividere più identità: un’identità europea, la loro identità nazionale anch’essa articolata su più livelli che potremmo per il momento definire nazionale e regionale e l’identità locale con un preciso criterio di prevalenza dell’identità europea all’esterno e dell’identità nazionale e locale all’interno.
Anche se pochi saranno d’accordo, l’Europa deve la sua esistenza principalmente alle civiltà che l’hanno preceduta, e di cui abbiamo parlato in precedenza, essa è un’evoluzione sia della civiltà dell’impero romano che della civiltà cristiana del così detto Medio Evo: questo fatto dovrebbe essere apprezzato e riconosciuto. In particolare, l’Europa dovrebbe riconoscere le proprie radici cristiane, cosa che finora ha rifiutato di fare.
Anche dal punto di vista economico, l’Unione Europea dovrebbe avere una politica coordinata ma non necessariamente uniforme; essa dovrebbe inoltre risolvere il problema della moneta.
Gianluca di Castri – 09/05/2019

 

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