
Sulle unioni (di qualunque tipo, da quelle coniugali a quelle commerciali a quelle politiche) si contrappongono due teorie che favoriscono rispettivamente l’omogeneità o la diversità. Un’unione di soggetti omogenei probabilmente riduce i conflitti ma riduce anche le probabilità di successo perché il soggetto risultante non è diversificato e quindi flessibile, in grado di adattarsi al variare delle circostanze. Al contrario un’unione eterogenea si sostiene abbia maggiore conflittualità ma anche maggiore capacità di affrontare nuove difficoltà. Gioca anche il fattore di scala rispetto all’esterno: nel confronto con Usa, Cina e Russia mezza Europa ha meno chance del continente intero.
Il punto chiave è la coesione nelle decisioni e nei comportamenti. La coesione nasce dalla convinzione che si è obbligati a non cadere nella tentazione della frammentazione, altrimenti facciamo la fine dei perdenti nello scontro tra Orazi e Curiazi: vincono i tre che uniti affrontano un avversario alla volta.
(Fabio Pistella, su LinkedIn – 04/10/2022)