In Italia abbiamo vissuto una stagione di referendum spesso difficilmente comprensibili, talvolta del tutto inutili: la maggior parte di essi è fallita per mancanza di numero legale, ed anche questo è significativo.
L’uso del referendum dovrebbe essere eccezionale e riservato ai grandi temi: monarchia o repubblica, il divorzio, l’aborto….non ne ricordo altri. Si possono considerare anche, uscendo dall’Italia, il referendum per la permanenza o l’uscita del Regno Unito nell’Unione Europea, il referendum istituzionale in Brasile del 1993 e pochi altri.
Per quanto riguarda l’Italia, la costituzione ammette solo referendum abrogativi. Alcune considerazioni:
- il numero prescritto di 500 mila firme per ottenere un referendum sembra essere troppo basso, forse andrebbe aumentato a qualche milione di firme in modo da scoraggiare referendum costosi e che, come i fatti hanno dimostrato, non hanno per gli italiani alcun interesse
- ciò premesso, non ha senso che si possa abrogare una legge con il consenso del 25%+1 della popolazione (numero legale 50% x maggioranza 50%), a mio parere avrebbe senso imporre un numero legale dei due terzi ed una maggioranza dei due terzi (si arriverebbe in tal modo al consenso dei 4/9, cioè il 44.4% della popolazione)
Un ultimo commento sull’attuale disinteresse degli italiani (e non solo degli italiani) per la partecipazioni alle elezioni, per le quali non è peraltro previsto neanche il numero legale: mi domando se non sia il caso, almeno per qualche tempo, ripristinare l’obbligatorietà del voto.