Polemiche

In particolare nel mese di aprile gli italiani si esercitano in una polemica su eventi che ormai dovrebbero interessare la storia e non più l’attualità, mi vengono spontanee due considerazioni.

La prima riguarda i partigiani: in Italia, l’ultima classe chiamata alle armi dalla RSI è stata la classe 1925, ora i superstiti hanno 96 anni. Fra i partigiani, è vero, vi sono state staffette giovanissime, quanti anni potevano avere? Facciamo 14, sono pertanto della classe 1931 ed ora di anni ne hanno comunque 90.

Di fronte a partigiani più giovani, il sospetto è legittimo, un po’ come se mi si presentasse un reduce delle guerre napoleoniche o delle guerre sannitiche.

La seconda considerazione riguarda il rispetto che comunque si deve a chi ha combattuto per un’idea in cui, in buona fede, credeva ed, in molti casi, per questa idea è morto. Ed ormai, che tutti o quasi tutti gli attori della tragedia italiana di quegli anni sono morti, il rispetto deve andare ai combattenti di ambo le parti.

Lo aveva capito Dante, che nel primo canto della Commedia, versi 106-108, scriveva: Di quella umile Italia fia salute / per cui morì la vergine Cammilla, / Eurìalo e Turno e Niso di ferute.      

E tutti sappiamo, spero, che Camilla e Turno combattevano dalla parte italica mentre Eurialo e Niso erano seguaci di Enea, perciò combattevano dalla parte degli “invasori” troiani e dei loro alleati etruschi.

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