Il progetto del ponte sullo Stretto di Messina da sempre ha rappresentato il simbolo della congiunzione materiale della Sicilia al Continente.
Il primo e sin ora unico ponte dello Stretto di Messina, seppure provvisorio, è stato realizzato, in base a quanto narra lo storico Strabone, per ordine del console romano Lucio Cecilio Metello nell’estate del 250 a.C., al fine di trasferire nel Continente 104 elefanti catturati dalle legioni romane ad Asdrubale nella battaglia di Palermo del 251 a.C..
Secondo Strabone, Lucio Cecilio Metello “radunate a Messina un gran numero di botti vuote le ha fatte disporre in linea sul mare legate a due a due in maniera che non potessero toccarsi o urtarsi. Sulle botti formò un passaggio di tavole coperte da terra e da altre materie e fissò parapetti di legno ai lati affinché gli elefanti non avessero a cascare in mare”.
Come dire : imitiamo gli antenati!
Ossia, visto l’alto rischio sismico dell’area, sarebbe consigliabile una serie di piattaforme galleggianti (proven technolgy!) su cui poggiare la struttura portante – disancorata dalle “spalle” sulla terra ferma (vedi ponti di barche) – su cui stendere il manto stradale?
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Mi sono interessato professionalmente del progetto, come consulente di Impregilo, all’inizio degli anni duemila. ed all’epoca la gara era relativa al ponte sospeso. Tuttavia esistono alternativa che si potrebbero prendere in considerazione: è evidente che una soluzione galleggiante non sarebbe compatibile con la navigazione, tuttavia esistono diverse soluzioni che si potrebbero prendere in considerazione come il “ponte di Archimede” o, se si ritenesse che le correnti fossero troppo forti, il “tunnel di Archimede”. Fra l’altro, si tratterebbe di soluzioni con un minore impatto ambientale, https://www.teknoring.com/news/infrastrutture/ponte-di-archimede-lo-studio-di-fattibilita-per-lattraversamento-del-bjornafjord/ – https://www.ingegneri.cc/tunnel-archimede-autostrada-subaquea.html/
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