La cavalleria Mongola avrebbe potuto sconfiggere le legioni Romane?

Trascrivo la risposta che a questa domanda è stata data da Marco Farulli, si tratta di un racconto ucronico avvincente e ben fatto. L’originale si trova qui: https://it.quora.com/La-cavalleria-Mongola-avrebbe-potuto-sconfiggere-le-legioni-Romane

La risposta è Sì. Ma occorre fare una serie di precisazioni.

Per prima cosa i Mongoli dell’orda era al massimo del loro apice quindi occorre prendere la Legione romana al massimo della loro potenza. Le legioni di Cesare o Traiano.

L’orda mongola era composta da circa 10.000 cavalieri arcieri, e 5.000 fanti per i carriaggi logistici, questo significa equipaggiamento leggero e arco composito, frecce disponibili circa 10. Potenza di fuoco 100.000 frecce ad alta penetrazione sparate da una distanza di circa 500 metri. Poi carica libera con spada monolama ad arco per penetrare gli scudi, fuga e nuova carica, fino allo sfinimento.

La Legione romana al massimo della sua forza disponeva di 4.500 legionari, quindi per avere una parità di forze, i Romani combatterebero con 4 legioni complete. Questo significa 12.000 fanti pesanti, 3600 fanti leggeri e 1200 cavalieri.

Quindi cosa avrebbe fatto Cesare? o Traiano? Per prima cosa si sarebbe informato sulla qualità e sulla quantità degli avversari e sarebbe stato facile visto i saccheggi che seguivano all’invasione Mongola, necessari per la logistica. Dall’altro canto i Mongoli non avrebbero dato molto peso a un esercito di fanti, seppur la famosa Legione romana, li avrebbero attaccati come sempre, magari durante il guado di un fiume.

Ecco lo scenario, il Reno in estate su un lato quatto castri e quattro legioni al loro interno, dall’altro 15000 Mongoli e i loro schiavi e carriaggi.

Cesare scrutava l’orizzonte oltre il Reno, gli accampamenti Mongoli si allargavano a perdita d’occhio lungo tutto il fiume, concentrandosi nella stretta valle separata dalla foresta prima della pianura lunga il fiume, era inquietante, ma il sangue di Cesare ribolliva e più osservava col vetro quello spettacolo e più si eccitava, era un avversario eccezionale, 10.000 arcieri, nessuno li aveva fermati. Era un’impresa per Cesare.

Chiamò il Primo Pilum e nonostante fosse sera, diede un ordine, che la cavalleria se ne andasse non serviva, sarebbero bastati i legionari.

Ordinò anche la costruzione col buio di un ponte di barche, entro la mattina voleva essere sull’altra sponda, ma senza rumore ma più a sud, lungo il prossimo guado. Poi ordinò un’altra cosa ma è un segreto ognuno doveva fare il suo lavoro nessuno sapeva cosa di preciso, roba da femmine.

Sono le 5 di mattina, il ponte è pronto, i legionari sono carichi, i genieri hanno fatto un bel lavoro, il ponte è larghissimo, i legionari iniziano a passare vestiti di tutto punto in armatura segmentata, spada lunga, gladio, scutum e i giavellotti. Prima di loro due meravigliose torri d’assedio spinte da buoi.

I Mongoli si accorsero dell’attraversamento solo dopo che le prime due legioni erano già passate, ma le altre erano sempre indietro. I corni di vacca risuonarono ecco il segnale di guerra, nell’arco di mezz’ora diecimila mongoli erano a cavallo, come consuetudine partirono le prime due torme , 3000 cavalieri si gettano sulla preda. Tropo facile, i legionari inquadrati e lungo il fiume, “Che idioti, come avranno fatto a conquistare il Mondo!”

La terza Legione era passata, tutti pronti, l’ultima era di scorta, erano i più giovani, ma sarebbe toccato anche a loro. La cavalleria Mongola arriva in un nugolo di polvere, suona ancora due volte il corno, si bloccano, imbracciano l’arco composito caricano e lanciano, 3000 frecce fischiano, poi altre 3000, e altre 3000 e altre 3000 e altre 3000. Il cielo è oscurato dalle frecce, il fischio è terribile.

Le legioni lo aspettavano, ogni Centurione fischia e alza la spada lunga è l’ora di far conoscere l’ingegno romano, ogni legionario si muove deciso verso gli avversari, la spada però rimane nella fodera, ma si alzano gli scudi, c’è qualcosa di strano hanno una forma strana, sopra ogni scudo come una cesta di vimini rovesciata e doppia, l’Optio urla Testudo!!! I nugolo di frecce si abbatte sulle due legioni che avanzano in formazione a testuggine ma nulla le frecce sono incagliate nell’intricato cesto sullo scudo, la legione avanza, il Centurione urla Corsaaaaaaa…, il rombo di 5000 calighe è incredibile, un toro infuriato e scintillante.

I cavalieri rimangono stupiti per una attimo, mentre la distanza tra loro e la legione diminuisce , 300 metri, 200 metri, “è impossibile”, altra salva di 3000 frecce, Testudo!!! Nulla . I Mongoli non possono tornare indietro hanno il resto dei cavalieri dietro a spingerli. Caricanoooo con le loro sciabole in un nugolo di polvere, che il Suo dei venti guidi le lame!.

I centurioni urlano: Partitus!!! Le due legioni si dividono in due perfetti quadrati e lasciano un grande corridoio centrale, i Mongoli ormai accecati dalla carica ai buttano dentro, ma la terza Legione chiude in fondo, la Legione è la X i migliori..una selva di Pilus e Fromboli arriva , migliaia di miglia di sassi e Pilus, poi si chiude la formazione, 6000 Mongoli sono dentro, prendono gli archi è la loro occasione, troppo tardi la X legione è su di loro, hanno i gladio, l’acquila li guida. L’acquila contro lo Stallone. Sangue a fiumi.

Obiettivo i cavalli. I Mongoli Non avevano mai conosciuto paura nelle sterminate steppe o durante i saccheggi di villaggi o città ma ora sì, era chiaro era finita, il viso rotondo da bambino stupito, e pensano Roma ha un Dio che li comanda, è impossibile!. Migliaia di gladi su migliaia di gole a terra con i loro migliaia di cavalli. L’acquila si abbatte sullo Stallone.

Intanto la cavalleria Mongola di retroguarsia si accorge di cosa accade, la soluzione è facile, attendere i Romani lungo la valle e sterminarli all’ingresso, ma non per vendicare i loro compagni, troppo deboli ma per dimostrare chi è un mongolo, così indietreggiano alla rinfusa, hanno già i sapore del sangue in bocca, tante volte hanno vinto così, sarà facile, anzi è fatta, quella stretta valle sarà la fine di Cesare, le Legioni troveranno la fine.

Si gira Gengiscan…

Ma dove è Cesare? Chissà forse morto o in fuga, vigliacco.. “è un Romano è inetto e pauroso, eppure dicevano che non ha mai perso..ho fatto bene a no credere che fosse un rivale degno, puha”

4000 mongoli tornano indietro nella stretta valle, i 2000 fanti restano indietro, una perdita accettabile li rallenterà, ma dietro di loro a carica, le due legioni e la terza, la X, dietro, sono rapide nonostante le armature….il passo rapido…, così le gole sgorgano, le caligole schiacciano sono inarrestabili…la fanteria è dispersa.

Ma cosa succede ??? Fumo dall’accampamento, alla fine della lunga valle tra la foresta, Gengis scorge lassù un uomo con un cavallo bianco e intorno a lui, oltre 1200 cavalieri, capisce subito che il campo è perso. Ha solo il tempo di pensare cosa “cosa porta in testa? Un fiore o una corona?”

Così la decisione è presa , Cesare sarà la vittima onorevole del suo affronto. Carica!!….e 4000 frecce partono verso quei pochi cavalieri. Ma??? dove sono andati??? Spariti.

Che succede ?? I cavalieri cominciano a cadere, linee di cavalieri in carica che cadono, sangue, teste mozzate, pezzi di cavalli mozzati….ma cosa sono queste corde?? Tra le due foreste centinaia di funi a tutte le altezze, vigliacchi!!!!

Cesare fa suonare la carica, le legioni arrivano , in miglia sanno che la vendetta sarà terribile. Roma non perdona.

Per Roma, per Cesare, per il centurione per la Gloria! Cesare questa sera avrà la testa di Gengiscan, i un modo o nell’altro.

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