Si tratta di una pubblicazione del prof. Carmelo Caputo, ordinario di Progetti di Macchine presso l’Università di Roma, che fu a suo tempo il relatore della mia tesi di laurea.
La pubblicazione è del 1968, edita dall’Accademia Nazionale dei XL.
L’autore si pone il problema di definire un sistema di unità di misura che potesse essere accettato da coloro che utilizzavano i differenti sistemi di misura che, all’epoca, erano il sistema MKS e sue derivazioni, il sistema detto tecnico ed il sistema imperiale inglese (piede, libbra, secondo). Il sistema CGS era già limitato a certi settori della fisica.
La prima proposta è quella di utilizzare, per i fattori di molteplicità, la sola ragione mille (kilo, mega, giga, tera….), concetto oramai universalmente accettato ma che non lo era nel 1968.
Si passa successivamente all’analisi delle unità fondamentali, proponendo dopo adeguata disamina, come unità temporale il minuto secondo centesimale (kronos), cioè la decimillesima parte dell’ora.
L’unità di lunghezza viene definita come quella lunghezza che rende il valore dell’accelerazione di gravità alla latitudine di 45° pari ad 1: ne deriva un’unità pari a circa 1.27 metri. Ne deriva un’unità di velocità pari a 12.7 km/h particolarmente adatta alla misura della velocità dei veicoli.
Per l’unità di massa la proposta è condizionarla, come nel sistema MKS, al valore 1000 per la densità dell’acqua a 4°C. Si ottiene un valore di circa 2.05 kg pari, con ottima approssimazione, a 4.5 libbre adp.
Il sistema viene poi esteso alla termotecnica ed all’elettrotecnica adottando come unità di temperatura quella ottenuta imponendo che il calore specifico dell’acqua in condizioni di densità massima sia pari a 100 (ne deriva un’unità pari a circa 0.30°C o 0,53°F.
Per l’elettrotecnica l’opzione è per la terna di grandezze tensione, intensità di corrente e resistenza imponendo un’unità di tensione pari a 100 V. L’unità di intensità sarebbe pari a 0.71 A e l’unità di resistenza pari a 141 ohm.
Il sistema proposto dal prof. Caputo avrebbe raggiunto i due scopi di facilitare l’unificazione dei sistemi usati all’epoca in un sistema le cui grandezze sarebbero state centrate per le applicazioni tecniche nonché sui valori con cui l’essere umano ha maggior dimestichezza.
Oggi si tratta di un progetto ormai desueto e poco noto, probabilmente anche superato dalle necessità tecniche e scientifiche degli ultimi cinquant’anni.
Tuttavia rimane uno studio estremamente interessante, che ritengo anche possa essere considerato formativo per chi si stia impegnando on studi di ingegneria, fisica o discipline correlate.
Gianluca di Castri – 17/07/19