L’essere umano, a qualsiasi popolo, cultura o civiltà appartenga, ha una propria identità, in buona parte dei casi (ma non sempre) fondata almeno in parte sulla tradizione; in verità, ne ha più di una.
A titolo di esemplificazione non esaustiva, ogni essere umano ha una propria identità religiosa (che, paradossalmente, esiste anche nell’ateismo), un’identità nazionale, un’identità municipale o locale e così via, si può altresì identificare con la propria professione, con una formazione politica, una squadra di calcio e con altri tipi di aggregazione.
Nell’attuale processo di liquefazione delle strutture sociali vi è una precisa volontà di dissolvere qualsiasi tipo di identità nel nome di un’eguaglianza amorfa: si tratta di un processo che, spiace doverlo ammettere, è nato e si è sviluppato nell’ambito della civiltà cristiana occidentale ed è uno dei chiari sintomi della decadenza della stessa, probabilmente non più reversibile.
Fra le identità che vengono abolite in tal modo vi è quella familiare (*), la consapevolezza di discendere da un comune antenato, talora mitico ma pur sempre comune: strumento di tale identità è il cognome. Due persone con lo stesso cognome in realtà possono essere o non essere imparentate fra loro, ma sanno che ciò è possibile ed in molti casi possono tentare di verificarlo: l’identità familiare consiste in quel legame che si crea da una comune ascendenza e dalla relativa tradizione.
In quasi tutte le civiltà esistite sulla Terra questo legame è dato da un’antroponimia patrilineare (**), in pochi casi da un’antroponimia matrilineare ma pur sempre definita.
La facoltà di dare ai figli il cognome paterno o materno, o tutti e due, o persino quella di cambiare cognome distrugge questa identità: due fratelli o due cugini potranno avere diverso cognome e non esisterà più alcun identificatore familiare comune(***) che possa permettere né la ricerca di un comune antenato né il mantenimento di una tradizione familiare.
Quale sarà il prossimo passo: l’abolizione del cognome? la sostituzione del nome e del cognome con il numero di codice fiscale (possibilmente non più alfanumerico ma solo numerico ed assegnato per sorteggio)? Questo ancora non sappiamo.
(*) con un termine antiquato si potrebbe parlare di lignaggio
(**) la semplice aggiunta del cognome materno a quello paterno conserva il sistema patrilineare
(***) a fronte dell’abolizione di qualsiasi riferimento, farebbe meno danno sostituire il sistema patrilineare con uno matrilineare.
Qualcuno ha fatto giustamente notare che l’attribuzione del cognome materno non è altro che l’attribuzione del cognome del nonno materno! Ma, aldilà di queste “formalità” la sostanza rimane una sola: “onora il padre e la madre”. Oltre che comandamento è, ovunque, segno di civiltà!
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