In tempi difficili, viene sempre l’idea di imposte sui così detti profitti eccezionali, tipico il caso dei profitti di guerra.
A parte il fatto che, pur essendo in un momento difficile, non siamo in guerra, l’iniziativa di tassare i così detti extra profitti ottenuti producendo energia rinnovabile, senza peraltro tassare le altre forme di energia, mi sembra nel complesso controproducente: che senso ha, se veramente si ritiene di portare avanti una politica di transizione energetica, disincentivare gli unici che possono farla effettivamente e cioè gli investitori privati ed i gestori di fondi d’investimento, che in buona parte dei casi gestiscono fondi pensione di investitori esteri? Per decenni abbiamo criticato i governi che non riuscivano a pensare ad altro che ad aumentare il prezzo della benzina per fare un po’ di cassa ed ora un governo – che fino ad ora ha operato nel complesso bene – non riesce a pensare di meglio?