Giulio Meotti, Il dio verde, LiberLibri, Macerata, 2021
Il libro di Meotti non è, come a prima vista si potrebbe pensare, un libro sull’attuale fase climatica né sulle sue presunte cause. Esso non scende nel merito dell’argomento, bensì tratta dell’impostazione ideologica con cui l’argomento viene affrontato.
Si tratta di meno di cento pagine, scorrevoli, che si possono leggere in un’ora o poco più e che ci permettono di inquadrare l’attuale ossessione ecologista in un’ottica diversa, senza peraltro nulla togliere alla necessità di combattere l’inquinamento ambientale e di intraprendere un’equilibrata transizione a diverse fonti di energia.
L’autore identifica l’ecologismo come evoluzione del movimento comunista e pertanto erede del marxismo e di tutti i precedenti movimenti di origine gnostica, in definitiva un conservatorismo distruttore che, per salvare la natura, tende alla distruzione della storia e della civiltà.
Il libro è nel complesso bene argomentato, anche se pochi ne condivideranno il punto di vista, in quanto non “politicamente corretto”. I punti salienti sono
- la condanna di ogni forma di catastrofismo, forma derivata di nichilismo che, in ultima analisi, ha per motore l’odio per l’uomo ;
- l’evidenziazione di un puritanesimo ateo, che fa di tutt’erba un fascio, legando fra loro razzismo, sessismo, ambientalismo e quant’altro tendendo più a “scomunicare” i colpevoli che a risolvere i problemi;
- la sostituzione del dibattito scientifico con movimenti emotivi ed infantili;
- il conformismo, che tende a trasformarsi in totalitarismo, della nuova “religione sociale”: ai popoli che disperavano nel regno dei cieli, il marxismo ha promesso il regno dell’uomo (Camus), ai popoli che disperavano del regno dell’uomo, il “greenismo” promette il regno della natura;
- il sorgere di un nuovo malthusianesimo, con politiche di pianificazione familiare spesso omicide.
Un libro che dovrebbe essere letto da chiunque che, indipendentemente dalle proprie idee, vuole comunque essere in grado di pensare con la propria testa e di non cedere al conformismo dilagante.
