Il debito pubblico italiano è elevato, su questo non vi sono dubbi, anche se la situazione non è così tragica come può sembrare a prima vista. In genere l’attenzione è concentrata sul rapporto debito / PIL, facendo riferimento ad un parametro europeo per cui tale rapporto dovrebbe essere inferiore al 60%: tale percentuale è frutto di una media fra i debiti pubblici dei paesi che entrarono nel sistema monetario dell’euro all’inizio degli anni 2000, e dopo venti anni dovrebbe essere revisionata.
Il vero problema è nel fatto che l’Italia, all’atto del suo ingresso nel sistema, si impegnò a ridurre il suo debito pubblico, mentre invece il rapporto debito/PIL è cresciuto dal 109.2% dell’anno 2000 al 132.20% del 2018, in valore assoluto da 1.300.269 a 2.321.957 M€ nel 2018. Successivamente, in seguito alla pandemia, il rapporto debito / PIL è cresciuto ulteriormente e per il 2021 è previsto un indice pari al 160% circa a fronte di un indice medio mondiale del 124% circa.
In rapporto debito / PIL non è un parametro omogeneo, esso confronta un fondo (il debito pubblico) con un flusso (il PIL) e dovrebbe essere considerato in combinazione con altri parametri, ad esempio confrontando il debito totale (pubblico e privato) con la ricchezza totale.
Un dato interessante è quello sulla ricchezza degli italiani: essa vale circa 10 mila miliardi di euri, al netto delle passività finanziarie, e corrisponde ad otto volte i redditi (dati 2017 – Sole 24 Ore – vedere nota 2): viene perciò spontanea la tentazione di un’imposta patrimoniale, visto che per la riduzione del debito al 60% del PIL sarebbero necessari circa 1250 miliardi di euri, cioè grosso modo il 12.5% della ricchezza. Si tratterebbe tuttavia di una decisione sbagliata, che avrebbe pesanti effetti recessivi sull’economia, nonché effetti finanziari a dir poco catastrofici.
La cifra va confrontata con la liquidità del sistema (contanti più conti correnti) che vale circa 1500 miliardi nonché col reddito corrispondente alla ricchezza in oggetto che vale 1250 miliardi, l’imposta patrimoniale dovrebbe pertanto essere pari ad un annualità di reddito oppure all’80% della liquidità del sistema.
In realtà il problema del debito pubblico in Italia è serio ma non disperato, anche perché buona parte di tale debito è detenuta in Italia.
Una delle soluzioni possibili è l’allungamento delle scadenze (parlo di scadenze di cinquanta o cento anni, è stato fatto in passato ed in questo momento dovrebbe essere possibile. Si potrebbe inoltre considerare l’emissione di titoli irredimibile, che di fatto trasformerebbero i crediti in rendite.