Negli ultimi anni sono sorte forme di moneta non emessa da stati sovrani, la più importante delle quali, al momento, è il bitcoin: tuttavia, nella maggior parte dei casi in cui la legge ne ammetta l’uso, esse sono in realtà considerate un bene patrimoniale ma non una moneta di corso legale.
Allo stato attuale, tali monete sembrano avere spesso lo scopo di sottrarre potere agli stati nazionali nonché di evadere le regolamentazioni sempre più stringenti che alcuni stati hanno istituito per evitare il riciclaggio (money laundering).
Tuttavia la monetazione privata non è una novità.
Nel Medio Evo, ad esempio, emettevano moneta non solo gli stati sovrani ma anche parecchie signorie territoriali. Si deve dire, tuttavia, che l’idea stessa di moneta era diversa: la moneta infatti doveva avere un valore intrinseco e battere moneta era di fatto una certificazione del valore di una qualità e quantità di metallo prezioso, in generale oro ma per l’uso corrente anche argento o altre leghe.
L’emissione di moneta era limitata dalla disponibilità di metallo prezioso, il vantaggio dell’autorità emittente era nella percezione dei diritti di signoraggio. Già a partire dall’ XI o dal XII secolo, iniziò ad essere presente il fenomeno della moneta frazionaria di origine bancaria o parabancaria.
Con il progressivo passaggio dalla moneta metallica alla moneta cartacea, anche i privati hanno iniziato ad emettere moneta: in generale si trattava di istituti bancari.
In Italia ad esempio, all’atto dell’Unità d’Italia, fu unificata anche la moneta la cui emissione era facoltà di sei diverse banche, che furono riunite in un consorzio obbligatorio solo nel 1874; il numero degli istituti di emissione fu ridotto a tre con la creazione della Banca d’Italia (1893), che condivideva il potere di emettere banconote con il Banco di Napoli ed il Banco di Sicilia finché, nel 1926, divenne l’unico istituto autorizzato all’emissione.
Fino al 1971 le banconote ed i biglietti di stato erano, almeno in teoria, rappresentative di una determinata quantità di oro (gold standard) o di altre monete, in particolare dollari, a loro volta rappresentative di una certa quantità di oro (gold exchange standard, accordo di Bretton Woods, 1945).
Negli Stati Uniti, l’emissione di moneta fu libera fino al 1866 e tuttora esistono forme di monetazione privata in diversi stati del mondo.
Esistono forme minori di monetazione privata a carattere locale o settoriale. tutti i buoni per l’acquisto di beni o servizi emessi dai produttori degli stessi o da aziende ad essi correlate, se trasferibili, sono di fatto una forma di moneta.
Finquando I volumi di criptovalute saranno modesti è da aspettarsi che esse saranno tollerate, ma non appena quei volumi cresceranno è ragionevole attendersi una reazione da quegli stati nazionali che vedranno minacciato il loro potere di signoraggio.
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Sono d’accordo. In particolare gli Stati Uniti non cederanno mai – finché saranno in grado di farlo – la posizione di valuta di scambio internazionale del dollaro. La proposta di una moneta internazionale di Masciandaro, giusta o sbagliata che sia, non ha alcuna reale possibilità di essere attuata – almeno per i prossimi decenni. (https://dicastri.club/2019/08/30/international-money/)
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