Fino ad ora il governo ha preso provvedimenti di natura assistenziale, di fatto non era possibile fare nulla di diverso, tuttavia ciò non è sufficiente: se non seguisse un piano di investimenti infrastrutturali e produttivi, l’assistenzialismo porterebbe ad una progressiva riduzione delle risorse disponibili ed entro una ventina d’anni l’Italia sarebbe più simile a Cuba che agli altri paesi europei.
Si deve pertanto agire con urgenza sugli investimenti infrastrutturali ed industriali, i primi di competenza pubblica e gli altri prevalentemente privati.
Per far ripartire le opere in corso e permettere nuovi investimenti infrastrutturali è necessaria una riforma radicale del sistema delle opere pubbliche: non si tratta di una riforma rapida né facile, e comunque si tratta di una riforma che richiede anni.
Non c’è tempo: è necessario agire entro qualche mese.
L’unica strada possibile per le infrastrutture mi sembra essere
- una gestione commissariale per le opere più importanti (il ponte sul Polcevera ha dimostrato che, liberati dalle pastoie burocratiche, i lavori si fanno), e
- una gestione ad hoc per le opere minori, con gli stessi poteri di una gestione commissariale, affidata ad un ente creato appositamente, con un organico di non più di qualche centinaio di ingegneri, perché per fare le opere servono gli ingegneri, non i giuristi né gli esperti di finanza (*).
Per essere chiari, sto pensando ad una struttura simile alla Cassa del Mezzogiorno degli anni ’50 o alle simili autorità che sono state o sono attive in vari paesi del mondo.
Per gli investimenti privati dovrebbe essere sufficiente lasciar lavorare i capitali privati liberandoli, anche in questo caso, dalle pastoie burocratiche. Tuttavia, in virtù del principio di sussidiarietà, potrebbe, in alcuni casi, essere necessario un non facile intervento imprenditoriale dello stato.
Solo in questo modo l’Italia potrà sperare di ottenere un tasso medio di crescita del PIL del 2÷3% annuo, che è l’unica speranza di tenere sotto controllo il debito pubblico.
Gianluca di Castri
19/05/2020
(*) per le opere di interesse locale, la soluzione migliore ritengo sia l’affidamento con poteri commissariali ai sindaci