Mi sembra si faccia una gran confusione fra istruzione ed attività formative, le recenti proposte relative all’abolizione dello studio della storia dell’arte e le ricorrenti proposte circa l’abolizione del liceo classico ne sono la dimostrazione.
Lo scopo dell’istruzione, sia a livello di scuola superiore che a livello universitario, non è quello di preparare persone a misura d’azienda, immediatamente produttive il giorno dopo il diploma o la laurea, bensì di preparare persone con una solida e polivalente base culturale, atte ad affrontare la vita, mantenendosi aggiornati e adeguando le proprie capacità al mutare dell’ambiente. In ultima analisi, lo scopo dell’istruzione è fornire un bagaglio culturale, cioè conoscenze (know how).
La formazione a specifiche attività professionali, a misura di azienda o di settore, è compito delle aziende e delle associazioni professionali con attività di formazione, cosa completamente diversa, mirata all’ottenimento di specifiche competenze. Scopo della formazione, insieme alle attività di tirocinio ed all’esperienza che si matura nel tempo, è creare un bagaglio di competenze.
Paradossalmente, come docente in corsi per laureati, sia presso l’Università Bocconi sia altrove, mi sono trovato nella situazione di dover fornire conoscenze (know how) a persone che già avevano acquisito con l’esperienza le capacità professionali necessarie (can do), pur essendo carenti di basi teoriche e pertanto soggetti a trovarsi in difficoltà nell’affrontare problemi non prevedibili.