Usare in Italiano, come peraltro in qualsiasi altra lingua, parole in prestito da altre lingue è cosa da limitare al minimo indispensabile, nello scritto evidenziandolo col corsivo o le virgolette.
Per coloro che usano frasi del tipo “la location del party è molto trendy” – non l’ho inventata, l’ho sentita – avevo già da tempo proposto il ripristino delle punizioni corporali.
Contrariamente a quanto si crede, l’abitudine è antica: lo stesso Cicerone, per lamentarsi di un travaso di bile, in una lettera scrive “χολην ακρατον eieci”.
Certe volte non è facile, ad esempio come rendere in italiano il napoletano schizzichea? Secondo mio cugino Antonio, la traduzione poteva essere solo “piove sì fino e sì sottile che l’occhio umano discerner non puote”. Chiarisco che il termine è relativo ad una pioggia impercettibile, che sembra nebbia e che pertanto il banale “pioviggina” non rende l’idea.
Anche “appucundrìa” è intraducibile in italiano.
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Perchè è intraducibile? a prima vista, sembra simile all’italiano “ipocondria”, in realtà l’ipocondria è una malattia mentre il termine napoletano indica solo un generico malessere. se è così, potremmo dire “triste stanchezza che simula fatale morbo”. Che ti pare?
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