Riflessioni sulla Monarchia

Fonte: https://it.quora.com/Sareste-favorevoli-al-ritorno-di-una-monarchia-ovviamente-costituzionale-e-non-capitanata-dagli-eredi-di-quel-farabutto-di-Vittorio-Emanuele-ma-dal-lato-Aosta-della-real-casa?__nsrc__=4&__pmsg__=+eXFleHNLS2lGbnhxd3k0Y0F0d0c6YS5hcHAudmlldy5wbXNnLkxvZ2dlZEluRnJvbUxpbms6W1sxNzE1NDYwMTNdLCB7fV0*

Commento

Riporto qui di seguito un recente scambio di idee su QUORA. Il mio parere personale l’ho già espresso in precedenza.

Testo – Risposta di Giacomo Marolo

Ovviamente! La monarchìa di Savòja ha fatto tanto bene all’Italia, è bene che torni sul legittimo trono. (Prima che mi diciate: Eh, ma Vittorio Emanuele III ha fatto instaurare il Fascismo; Vittorio Emanuele II ha messo lo stato d’assedio al Sud; Vittorio Emanuele III è scappato a Brindisi; etc., informatevi, grazie) Riguardo alla convenienza di diventare una monarchia, vi lascio l’articolo integrale di Giovani Monarchici: “Diplomazia

Se i Ministri degli Esteri cambiano periodicamente, così come gli ambasciatori e i consoli, la figura del Re è invece quella di un diplomatico permanente e di grande importanza. Non esiste alcun Paese straniero, alcun presidente di governo, alcuna istituzione rilevante che attribuisca maggior valore nelle sue relazioni a un ministro o a un ambasciatore in confronto (a quanto ne attribuisce) ad un monarca in carica. Come si è soliti dire, il Re è il primo diplomatico del proprio Paese. Questo ruolo da diplomatico, il Re può esercitarlo in infinite occasioni, tanto su richiesta dei governi di turno come anche in modo discreto e senza farlo sapere ai più, producendo tramite queste sue azioni diplomatiche un gran beneficio per il Paese, ben conosciuto dai politici e dai diplomatici dentro e fuori la propria Nazione. Il cittadino invece a volte non conosce questa informazione e giunge talvolta anche a ignorarla del tutto.

La figura del Re

Punto di unione: La figura del Re nell’esercizio delle sue funzioni trascende quella di qualsiasi altra persona o istituzione e si converte in un baluardo nazionale, un ambasciatore che trasmette una aura e un’immagine inarrivabile per alcun politico. Svolge una funzione di “unione” e rappresenta gli interessi della nazione per il mero fatto di esistere, di appartenere a una grande dinastia.

Figura di ultima istanza: anche se in una Monarchia parlamentare il potere effettivo ricade sul Parlamento e non sul Re, il Re può esercitare in un determinato momento il suo potere di intervento nell’agone politico, la qual cosa già di per sé migliora il clima politico generale per timore che il re sia appunto costretto a intervenire: ad esempio, un Re può intervenire nel caso in cui ci siano evidenti difficoltà per formare un governo stabile.

Pacificatore delle relazioni: in molte occasioni, le relazioni tra i politici o differenti istituzioni diventano tesi o si deteriorano a causa della condotta sbagliata dei politici. In questi casi, il Re ha la capacità di mediare e di agire da giudice e pacificatore tra le parti.

Permanenza: a differenza dei governi di turno, che restano in carica per la durata di una legislatura, al termine della quale possono cambiare anche radicalmente di colore politico (con tutti i vantaggi ma anche svantaggi che ciò comporta), la Monarchia parlamentare consente che il Capo dello Stato sia lo stesso per molto tempo. Questo fatto comporta necessariamente che il Re mantenga un rapporto permanente, duraturo e pertanto più stabile con la nazione e con il mondo.

Monarchia ereditaria: la Monarchia parlamentare è generalmente ereditaria e pertanto il ruolo di Capo dello Stato ricade per legge sull’erede al trono. Ciò implica che, fin dalla sua nascita, l’Erede viene formato e cresciuto esclusivamente in vista del ruolo e delle responsabilità che un giorno dovrà assumere. Dal momento della nascita, impara le lingue straniere, viene educato adeguatamente, impara il protocollo necessario, ottempera agli impegni della sua agenda, esercita le sue capacità e apprende le sue responsabilità in maniera tale che, quando sale al trono, lo fa in seguito a tutta una vita di apprendistato e, pertanto, con delle possibilità di successo infinitamente maggiori di quelle che ha un politico qualsiasi che, nella maggioranza dei casi, neanche conosce l’inglese o ha una formazione culturale e un’istruzione molto basica.

L’ineguagliabile valore del Re come simbolo: solo chi manca di accortezza e cultura disprezza i simboli e il Re è innanzitutto un simbolo che incarna già solo di per sé, senza necessità di ulteriori spiegazioni, il legame tra la storia del paese, il suo presente e il suo futuro, con tutto quello che comporta. Questo potere simbolico svolge una funzione equilibratrice per il paese, certifica e rappresenta la sua unità sotto la figura di un Re comune e, tra le altre cose, reprime in gran parte qualsiasi desiderio o aspirazione sproporzionati o ingiustizia possibile di determinati politici.

Crescita e potere economico: nonostante vi siano alcuni che accusano la monarchia di essere un simbolo obsoleto che fa regredire il paese, è un fatto che 7 dei 10 paesi più ricchi del mondo sono Monarchie Costituzionali.

Controllo e meno corruzione: sotto una Monarchia Costituzionale, secondo gli indici di corruzione, risulta chiaramente che le 10 nazioni con il minor grado di corruzione al mondo sono Monarchie Costituzionali.

Libertà garantite: gli Stati monarchici sono quelli che garantiscono di più e meglio le libertà all’interno di una democrazia avanzata. Come esempi, si possono segnalare i casi delle Monarchie spagnola e britannica, che quando avevano le loro colonie in Africa e in America, garantivano un insieme di libertà che, in seguito alle dichiarazioni di indipendenza delle ex colonie, cessarono di esistere. Questo è un fatto dimostrato, reale e storico.

Politiche al servizio del popolo e non di interessi particolari: i partiti in una repubblica dispongono solamente del tempo di una legislatura, durante la quale generalmente tendono a perseguire il loro interesse personale in quanto sanno che il loro mandato scadrà dopo pochi anni e non avranno l’obbligo di rispondere dei risultati raggiunti. Un Re costituzionale invece mantiene la sua carica per un periodo di tempo incomparabilmente molto più lungo, pertanto cerca sempre di attuare politiche che beneficino alla popolazione con una visione di lungo periodo, posto che non ha un periodo di durata del proprio regno pattuito e che dovrà sempre assumersi le conseguenze degli atti che compie durante l’esercizio del suo incarico.

Il senso democratico: un Re rappresenta tutti i cittadini senza eccezione, il qual fatto è intrinsecamente quanto di più democratico ci possa essere. Mentre i partiti politici che governano sono eletti nelle urne in contrapposizione ai loro avversari politici e, dopo essere stati eletti tendono sempre a difendere maggiormente gli interessi di quella parte di popolazione che li ha eletti rispetto a quelli della parte di popolazione che gli ha votato contro, un Re difende in modo uguale gli interessi di tutti i cittadini, poiché non è soggetto a un’elezione ogni pochi anni.

La libertà del Re di agire senza vincoli: mentre nell’attività internazionale, i partiti politici devono sempre limitare la loro azione reale a quegli altri partiti politici che sono simili a loro o con cui condividono politiche simili, il Re parla, negozia e lavora in un ambiente libero da tendenze politiche, comportamenti influenzati dalla partigianeria e senza tener conto della lotta politica. Guarda alla Nazione esclusivamente con serietà, energia e senza dipendere da nessuno.

Capo delle Forze Armate: il fatto che il Re sia il Capo dello Stato e allo stesso tempo anche delle Forze Armate, imprime alle stesse un carattere unitario e democratico.”

Grazie mille per l’attenzione

Commento di Atanasov

Sono anch’io favorevole ma faccio notare che il “farabutto” è passato a miglior vita. Teoricamente l’erede sarebbe il figlio Emanuele Filiberto e eredi.

Il ramo dei Savoia-Aosta, pur avendo aderito al fascismo, è un ramo di gentiluomini nobili. Infatti, un Aosta ha servito durante la prima guerra mondiale, guadagnandosi il titolo di Duca Invitto. Gli altri due Aosta, cugini dei Savoia, hanno aderito al fascismo ma hanno sempre mantenuto un comportamento onorevole. Infatti Amedeo d’Aosta, spedito in punizione in Etiopia a fare il viceré, difese con le unghie e con i denti la colonia, assediata dagli inglesi, e morì con onore. Sconfitto, gli inglesi gli offrirono la resa delle armi e tutta una serie di privilegi che il duca nobilmente rifiutò. Disse che preferiva morire con i suoi soldati anziché fare il privilegiato. Ho scritto spesso che da alcuni anni ho fatto voto di fedeltà alla monarchia e che nutro una profonda ammirazione per quel galantuomo che fu Re Umberto II, un vero signore che si fece da parte per evitare una guerra civile e morì in esilio. Siccome era un vero galantuomo, il Re rinnegò la sua progenie, morendo con il sigillo reale. Oggi la successione è messa in discussione dagli Aosta, riconosciuti come legittimi eredi dall’UMI, nonostante le rivendicazioni dei Savoia.

Una monarchia costituzionale non mi dispiacerebbe. Perlomeno ci risparmieremmo il teatrino delle presidenziali ogni 7 anni. Il povero Mattarella costretto a rimanere perché i nostri politicanti non hanno trovato un successore. Con una monarchia avremmo un sovrano formato per il ruolo che alzerebbe il prestigio della nazione. Quale poteva essere Re Umberto.

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