Norberto Bobbio – La teoria delle forme di governo- Giappicheli, Torino, anno accademico 1975-76
Un importante libro da leggere per chiunque voglia sapere di più sugli aspetti teorici delle forme di governo. Bobbio inizia affermando che il modello dell’ottimo stato si può elaborare con tre diversi criteri:
- idealizzazione di una forma storica,
- sintesi delle varie forme di governo (eliminandone i vizi e conservandone le virtù)
- pura costruzione intellettuale.
Segue poi elencando le varie possibili classificazioni delle forme di governo, che qui ci limitiamo a proporre in estrema sintesi
Erodoto (Storie, libro III, 80-82)

Platone (Repubblica, Politico, Leggi)
Identifica sei forme di governo, due ideali e quattro reali, che Platone definisce forme corrotte: le forme ideali sono la monarchia (comando in mano ad una sola persona) e l’aristocrazia (comando in mano a più persone) mentre le forme corrotte l’oligarchia, la democrazia, la tirannide e la timocrazia (forma intermedia fra aristocrazia ed oligarchia, introdotta da Platone prendendo a modello il sistema di governo spartano)
Aristotele (Politica)
La teoria delle forme di governo di Aristotele è nota a tutti, anche se non sempre con le denominazioni da lui adottate. Egli identifica sei forme di governo che sono riassunte nella tabella

Ad Aristotele dobbiamo anche la definizione di costituzione come “struttura che dà ordine alla città stabilendo il funzionamento di tutte le cariche e soprattutto dell’autorità sovrana”. La politéia, termine difficilmente traducibile in italiano (corrisponde a polizia, termine che nel tempo è stato soggetto ad una notevole evoluzione semantica)
Polibio (Storie, Libro VI)
Polibio riprende lo schema di Aristotele delle sei forme di governo, aggiungendone una settima che egli considera la migliore e che fa riferimento sia alla costituzione spartana di Licurgo che alla costituzione romana, sintesi delle tre forme migliori in equilibrio fra loro (argomento condiviso successivamente da Cicerone e da san Tommaso d’Aquino). Per le tre forme buone usa i termini regno, aristocrazia e democrazia e per le tre forme cattive i termini tirannide, oligarchia ed oclocrazia.
Machiavelli (Il Principe, Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio)
La classificazione di Machiavelli, che introduce il concetto di “stato”, si limita ad una classificazione binaria in
- repubbliche, che comprendono sia le repubbliche aristocratiche che quelle democratiche, in cui il potere risiede in una volontà collettiva che si esprime in un collegio ristretto o in un’assemblea (persona ficta), e
- principati, in cui il potere risiede in una volontà unica (persona fisica), a loro volta distinti in principati ereditari, in cui il potere si trasmette secondo una legge costituzionale di successione e principati nuovi. Ulteriore distinzione è quella fra principati il cui principe governa senza intermediari, assistito da ministro da lui stesso nominati e principati governati “per uno principe e per baroni” i quali tengono il grado “non per grazia del signore ma per antiquità di sangue”
Bodin (de la République)
Considerato il teorico della sovranità come “potere assoluto e perpetuo che è proprio dello stato” (superiorem non recognoscens) definendo
- L’assolutezza con il termine “legibus solutus”, che non deve essere confuso con un potere illimitato in quanto soggetto alle leggi naturali e divine, ed è inoltre limitata
- dalle leggi che oggi definiamo costituzionali e che Bodin definisce “leggi che riguardano la struttura stessa del regno ed il suo assetto fondamentale, in quanto esse sono connesse alla corona e a questa inscindibilmente unite” come, ad esempio, la legge salica, e
- dalle leggi naturali, per cui ad esempio il principe “non può prendere i beni altrui se non per motivo giusto o ragionevole (compera, scambio, confisca legittima) o per la salvezza dello stato”,
- Per quanto concerne la perpetuità mentre non è del tutto chiaro il limite fra perpetuità e potere non perpetuo, per il quale è portato ad esempio il dittatore romano.
Passando all’esercizio della sovranità, Bodin distingue tre forme di stato (regime): monarchia, aristocrazia, democrazia negando la distinzione fra forme buone e cattive nonché l’esistenza della settima forma. Identica tuttavia diverse forme di governo: monarchia con governo democratico, monarchia con governo aristocratico, signoria aristocratica, aristocrazia a governo democratico, democrazia a governo aristocratico, democrazia a governo democratico (cariche tutte elettive o assegnate per sorteggio). Di fatto Bodin è il primo ad introdurre la distinzione fra stato e governo che sarà ripresa due secoli dopo da Rousseau con la differenza che per lui la sovranità risiede sempre nel popolo, corpo collettivo che esprime la “volontà generale” che puàò delegare l’esercizio del potere (potere esecutivo) ad uno, a pochi o a molti.
