Dal libro “Totta colpa dei fratelli Wright – Storie della buona notte per aviatori” editore TraccePerLa Meta, 2017
DISCOLO DI CORTE
Certe cose Amedeo proprio non le sopportava. Ragazzino nel momento delle prime imprese aeronautiche dei Wright e de Lagrange, convinse il fratello Aimone ad aiutarlo nella sua pima vera sfida alla gravità: lanciarsi armato di alcuni ombrelli legati fra loro dal poggiolo della reggia di Capodimonte. L’atterraggio fu più felice del previsto, ma non passò inosservato e, viste le inclinazioni ribelli, il principino fu spedito fino all’età di quindici anni al Saint Andrew College di Londra dove proibì a suon di pugni che i compagni lo chiamassero “altezza reale”. Al rientro in Italia entrò nel collegio reale della Nunziatella di Napoli e allo scoppio della prima guerra mondiale finì in trincea senza privilegi, passando, però, da caporale a tenente per meriti.
Con la battuta: Ecco Curtatone e Montanara”, udita dal re Vittorio Emanuele ed ispirata sia dalla bassa statura del regnante che dalla provenienza della regina, si guadagnò il primo invio in Africa. Dovette attendere il 1932 per entrare in aviazione, ma anche quando raggiunse il comando del quarto stormo, a chi si rivolgeva a lui con il titolo di Sua Altezza rispondeva: “un metro e novantotto”.
Prigioniero degli inglesi, seriamente malato di tubercolosi e malaria, nel dicembre 1941 ottenne di visitare in automobile i campi di internamento per salutare gli altri prigionieri italiani. Al suo passaggio i soldati videro le lacrime che gli rigavano il volto e lo chiamarono soltanto per nome. Al suo funerale i soldati inglesi mostrarono il lutto al braccio.
Amedeo di Savoia Aosta (Torino 21/10/1898 – Nairobi 03/03/1942)
