Nel 1861 le armi ad anima rigata di grosso calibro erano di fatto ancora dei prototipi. Da questo punto di vista, l’Armata Sarda era all’avanguardia essendo di fatto l’unica al mondo a disporre, sul campo, di cannoni rigati, in particolare ad opera di Giovanni Cavalli (1808-79), che all’epoca ricopriva il grado di Maggior Generale.
La mancanza di cannoni rigati era il maggior limite dell’artiglieria duosiciliana e, malgrado gli sforzi, fu impossibile acquistarne. Sotto la guida del colonnello di artiglieria Afán de Rivera, adattando una macchina per fabbricare viti, furono preparati quattro cannoni da 4 pollici ed un obice da otto pollici, impresa eccezionale, considerati i mezzi a disposizione: i militari dell’Armata Sarda continuarono a credere che si trattasse di armi acquistate all’estero o sbarcata dalle navi francesi.
Fonte: Pier Giusto Jaeger, l’Ultimo Re di Napoli, Mondadori, 1982 – pag. 214