Mi è sempre piaciuto scrivere.
La mia prima macchina da scrivere mi fu regalata quando frequentavo la scuola media, era una macchina tedesca con una strana tastiera, ne ricordo ancora la marca, Stöwer Élite: la tastiera aveva lo schema AZERTY con i tasti per le maiuscole e le cifre ed il nastro a due colori. Continuai ad usarla per anni, scrivendo con un solo dito.
Durante gli anni dell’università acquistai una Olivetti Lettera 32 che ancora possiedo; feci fatica a trovare il modello dotato di tastiera internazionale QWERTY che permettesse di utilizzare o comporre i caratteri speciali delle principali lingue europee e con quella macchina scrissi la mia tesi di laurea, sempre con un dito solo.
Al mio rientro dal Medio Oriente, nel 1987, compresi che era giunto il momento di dotarmi di uno strumento più moderno, ed acquistai un Honeywell con processore 80286 e disco fisso da 40 Mega (sic!), come sistema di scrittura, sempre per la possibilità di utilizzare o comporre caratteri speciali, scelsi il Wordstar.
Oggi con l’introduzione dell’Unicode sembra impossibile, ma ancora negli anni ’90 l’uso dei caratteri era limitato dal sistema ASCII che permetteva, se ben ricordo, solo 256 possibilità.