Le condizioni distorsive del mercato

Un’economia di mercato perfetta dovrebbe avere i seguenti requisiti:

  • pluralità di sia di acquirenti che di venditori
  • libera fissazione sia della produzione che dei prezzi
  • possibilità di uscire dal mercato
  • assenza di imposizione fiscale (poiché ciò non è possibile, si dovrebbe per lo meno avere un sistema fiscale che sia neutrale rispetto al mercato.

Sono pertanto situazioni distorsive del mercato

  • tutte le situazioni di monopolio o di monopsonio, dovute a vincoli legali, tecnici o finanziari:  ciò resta vero anche nel caso in cui esse generino un beneficio finale per l’utente o il cliente (una distorsione del mercato non è necessariamente un male, essa può essere desiderabile e talora necessaria, ma è pur sempre una distorsione che non può essere ignorata). Effetto simile hanno le situazioni di oligopolio ed oligopsonio.
  • i prezzi fissi o vincolati, il calmiere e le formule di aggiornamento automatico all’inflazione (che sono sempre imperfette, una formula neutrale non esiste a causa della variazione delle ragioni di scambio)
  • l’impossibilità di uscire dal mercato
  • il fatto che l’utente (destinatario del bene o servizio) sia diverso dal cliente (colui che paga l’ente erogatore del servizio o produttore del bene)

Verdiamo di chiarire quanto sopra con alcuni esempi:

  1. Buona parte dei servizi offerti in rete, come le reti virtuali di comunicazione sociale (social networks), i motori di ricerca, le cartografie, le biblioteche sono totalmente o in massima parte gratuiti (taluni hanno opzioni o servizi a pagamento), essi sono a libera disposizione dell’utente e vengono finanziati da terzi, che sono i veri clienti di chi eroga il servizio. Ciò comporta l’inserimento di annunci pubblicitari, in genere innocui, e talora la vendita di dati che, qualora si tratti di dati sensibili, innocua non è.  Il rimedio all’effetto distorsivo sarebbe imporre il pagamento del servizio da parte dell’utente ed evitare, o per lo meno ridurre al minimo, gli interventi di qualsiasi altra natura, ma ciò porterebbe una forte riduzione nell’uso dei servizi stessi e, vista l’utilità degli stessi, potrebbe danneggiare lo sviluppo economico globale. L’unica possibile soluzione è in un sistema di controllo obiettivo che eviti azioni illecite sul trattamento dei dati e che garantisca il rispetto di definiti criteri etici, si pone tuttavia l’ulteriore problema che se tale controllo fosse esercitato dallo stato potrebbe non essere obiettivo e  se fosse esercitato da un’agenzia indipendente potrebbe essere esso stesso soggetto ad effetti distorsivi causati dal semplice fatto che anche l’agenzia indipendente deve pur essere pagata da qualcuno. La pluralità di offerta, nel caso di molti fra questi servizi, non è consigliabile perché il senso di molti fra questi servizi è proprio nella loro universalità (basta pensare al caso delle le reti virtuali di comunicazione sociale per rendersene conto)
  2. Lo stesso problema si pone per le reti televisive pubbliche, ove tuttavia l’utente ha un potere in più, quello di cambiare canale, ammesso che esista una sufficiente pluralità di offerta che in tal caso è un vantaggio. Esiste poi il caso delle reti televisive a pagamento in cui la distorsione è più limitata (sarebbe nulla se non avessero anch’esse inserimenti pubblicitari).
  3. Diverso il caso delle assicurazioni obbligatorie e dei servizi pubblici, in cui la distorsione è data dalla impossibilità, talora giuridica ed in altri casi dovuta ad uno stato di fatto, non sempre compensata dall’obbligo di fornitura del servizio.

Gianluca di Castri, 28/03/2020

Pubblicato su LinkedIn: https://www.linkedin.com/pulse/le-condizioni-distorsive-del-mercato-gianluca-di-castri

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