L’analisi dei costi e dei benefici

Non si deve confondere l’analisi dei costi e dei benefici con un piano d’affari. Il piano d’affari riguarda un progetto imprenditoriale, il cui scopo è produrre beni o servizi destinati alla vendita: si devono confrontare costi noti con ricavi attesi, considerando i relativi rischi e variazioni, mentre non dovrebbero essere presi in considerazione altri elementi.
In realtà non sempre è così, talora l’imprenditore si attende dal suo progetto anche dei benefici indiretti, non economici: aumentare la propria visibilità, prestigio personale o anche la semplice soddisfazione del successo.
Diverso è il caso di un’infrastruttura, un’opera pubblica che, quand’anche producesse beni e servizi destinati alla vendita, dovrebbe comunque avere uno scopo più ampio. In questo caso i costi sono, o per lo meno dovrebbero essere, noti, mentre i benefici sono in parte il risultato di decisioni politiche e non tecniche: l’identificazione dei costi e dei benefici va fatta con una visione più ampia, considerando costi e benefici reali e virtuali ed evitando di confonderli fra loro (è successo anche questo).
I benefici apportati da un’infrastruttura dipendono dallo scopo per cui essa viene costruita: la determinazione pertanto di quali siano i benefici da prendere in considerazione è un atto di discrezionalità del politico che ha preso o deve prendere la decisione, non del tecnico che esegue l’analisi.
Per maggior chiarezza, facciamo qualche esempio:
1. La costruzione delle piramidi: in termini imprenditoriali abbiamo costi noti e benefici zero. In realtà il beneficio che i promotori dell’opera volevano era la trasformazione di una congerie di tribù più o meno legate fra loro in una nazione, e ci riuscirono visto che crearono in impero che, sia pur con alterne vicende, durò circa tremila anni; un ulteriore beneficio, non previsto né prevedibile, fu la nascita di una civiltà che viene studiata ed in parte ci influenza ancora oggi, a distanza di oltre cinque millenni. Se lo scopo fosse stato solo la sepoltura del Faraone, sarebbe stato sufficiente scavare una fossa.
2. Le grandi chiese del rinascimento e molte altre opere monumentali furono costruite sottovalutando deliberatamente i costi (il più documentato è il caso di St. Paul Cathedral in Londra), se fosse stata fatta un’analisi dei costi basata sui criteri sopra citati l’opera non sarebbe stata mai realizzata, ed oggi l’umanità sarebbe più povera. Ma anche prescindendo da quest’ultima considerazione, comunque i promotori dell’opera si proponevano benefici non economici.
3. I benefici attesi dalle grandi costruzioni ferroviarie del XIX secolo ed in parte del XX secolo non erano certo da ricercare esclusivamente nel ricavo della vendita dei biglietti o dei noli per il trasporto delle merci: uno degli scopi cui veniva dato un grande peso era il trasporto celere delle truppe in caso di necessità.
4. Venendo a tempi più recenti, tutte le grandi manifestazioni (expo, olimpiadi, giubileo, etc.) sono passive se ai costi noti si paragonano le vendite dei biglietti, il vero beneficio è l’indotto; lo stesso per l’ampliamento di una strada statale, non si paga pedaggio dunque beneficio zero, mentre il vero beneficio è indiretto e consiste nel miglioramento delle comunicazioni e dunque nel tenore di vita e del PIL nelle aree servite.
5. Il ponte sullo stretto di Messina, collegato con il sistema ad alta velocità da Salerno a Reggio Calabria, avrebbe dovuto avere lo scopo di “accorciare” l’Italia e di permettere lo sviluppo economico delle aree interessate. Se ci limitiamo a considerarlo come un sostituto del traghetto e facciamo l’analisi dei costi e benefici su questa ipotesi l’iniziativa non può stare in piedi (simili considerazioni valgono, ad esempio, per l’Eurotunnel).
Un’ultima considerazione riguarda le fasi del progetto: ogni progetto attraversa prima una fase stocastica, denominata pianificazione, in cui si valutano, appunto, i costi ed i benefici e poi una fase deterministica, correttamente denominata attuazione (anche se oggi è di moda il termine “implementazione” importando una parola inglese ed italianizzandola, chissà perché) in cui si realizza il progetto stesso. Qualora si verifichi che, dopo aver iniziato a realizzare il progetto, si torni a fare attività di pianificazione, c’è qualcosa che non va.

(intervento di Gianluca di Castri all’evento TE LI DO IO I COSTI ED I BENEFICI organizzato dall’AICE – Associazione Italiane di Ingegneria Economica –  in data 28/03/19)

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