Il giorno 12 luglio 2016, dalle 10:00 alle 16:30, ha avuto luogo presso il Politecnico di Milano un convegno dal titolo “Il partenariato pubblico privato – Aspetti tecnici economici giuridici nei procedimenti PPP”, organizzato dal Consiglio Nazionale Ingegneri e dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano, con il patrocino dello Studio Grimaldi e di UTAX.
Trascrivo di seguito gli appunti da me presi durante il convegno:
- Vi sono opere di valore sociale indiscutibile ma non quantificabile dal punto di vista economico, in diversi casi la Magistratura ha sospettato che vi fosse una devianza, non sempre rispondente alla realtà.
- Necessità di formazione per professionisti, economisti, RUP e tutti coloro che devono operare in regime di PPP
- Le logiche di “rating” dei progetti non possono e non devono limitarsi ai parametri economici e finanziari come siamo stati abituati fino ad ora, ma devono tener conto di fattori qualitativi e tecnici, anche di lungo periodo.
- L’operatore privato, nel PPP, si assume il “rischio operativo” pur senza avere facoltà di determinare, a suo rischio,m il prezzo dei servizi. L’amministrazione dovrebbe rinunciare a prendere tutte le decisioni.
- Un PPP funziona solo se è controllato durante tutto l’arco della sua vita e mantenuto “in bonis”, c’è necessità di formazione delle persone addette a tale controllo.
- Il PPP (non la concessione) è l’unica via per evitare il declino infrastrutturale in Italia: il “fiscal compact” impone la riduzione del debito pubblico dal 132% al 60% del PIL in 15 anni, di conseguenza l’investimento pubblico in infrastrutture sarà drasticamente ridotto. Le operazioni di PPP, sotto determinate condizioni, non appesantiscono il debito pubblico per cui esso diviene conveniente, anche se più costoso di un appalto per la necessità di remunerare il capitale di rischio a tassi del 10-11%
- La liquidità dei mercati finanziari porta una maggior competizione, facilità e minor costo dei finanziamenti. Attualmente siamo in una fase di elevata liquidità, anche se si tratta di una liquidità in parte dovuta agli interventi della BCE. Gli investitori esistono, ma non vogliono assumersi i rischi di costruzione, le previsioni di medio e lungo termine non sono positive mentre il contesto normativo è in miglioramento.
- C’è un trasferimento dell’aspetto tecnico della progettazione agli aspetti tecnici, economici e finanziari; si tratta di un processo dinamico in cui le professioni a carattere tecnico-economico sono invitate ad incidere.
- Il settore delle costruzioni, allo stato, non è cooperativo bensì antagonista. Si dovrà necessariamente giungere alla stipula di contratti cooperativi (transazionali, relazionali, associativi, collaborativi, IPD, “project alliances”). Vi è inoltre un’evoluzione dal prodotto al servizio, non si investe più in una strada ma in kilometri di percorrenza.
- Costi e ricavi sono fattori relativi in funzione dell’obiettivo che si vuole raggiungere, il valore sociale di un’opera pubblica è dato dalla somma del valore derivante dal ricavo diretto, del valore dell’indotto e del beneficio potenziale per le generazioni future.