Da molto tempo volevo scrivere qualcosa sulle “nonne” che spesso pubblicano sulle reti di comunicazione sociale articoli come quello che ho riportato qui sotto. Essendo nato nel 1947, quelle nonne sono le mie coetanee o hanno qualche anno meno di me, in prima approssimazione direi che possono essere inquadrate nelle persone nate fra il 1945 e il 1955, forse qualche anno in più, fino al 1960 o quasi.
Nei loro articoli c’è molta nostalgia della giovinezza – e come non averla? – e del “bel tempo andato” che forse non era così bello, ma in questo noto una frase che mi ha fatto riflettere:
“Sognavamo di amare ed essere amate, non di denunciare chiunque per qualsiasi cosa.“
Questa frase ci ricorda che il femminismo, oltre ad alcune giuste rivendicazioni come l’eguaglianza retributiva a parità di posizione e l’eguaglianza nelle possibilità di carriera a parità di meriti (obiettivi peraltro conseguiti solo in parte), si è estesa alla negazione totale della differenza, creando una sorta di inimicizia o, peggio, di indifferenza, fra l’uomo e la donna che sta modificando la nostra società in una direzione che non esito a definire degenerativa.
Una giovane avvocata penalista un giorno ebbe a dirmi: “l’errore che commettiamo è quello di voler fare carriera prima e poi fare i figli, in tal modo non solo non facciamo i figli ma spesso neanche facciamo carriera; io ho scelto di fare prima i figli, ora sto facendo carriera”. Altro argomento meritevole di riflessione (anche perché l’avvocata in esame la carriera la sta facendo sul serio).
Trascrivo qui sotto uno degli articoli cui faccio riferimento, facendo presente che sulle reti di comunicazione sociale ne compaiono anche altri, più o meno tutti dello stesso tono.
https://amarcord.quora.com/Amarcord-89

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Le ventenni di oggi forse non immaginano che quelle della mia generazione, oggi nonne, un tempo eravamo ragazze piene di vita.
Indossavamo minigonne cortissime, pantaloni attillati, stivali alti, e mettevamo mutandine e reggiseni perché era la norma e una consuetudine.
Ascoltavamo Mari Trini, Mocedades, Las Grecas, Boney M, Los Chichos e Manolo Escobar.
Andavamo in giro in bicicletta o in Vespa, bevevamo gin tonic, whisky e vodka con Fanta.
Partecipavamo a festival musicali tra fango e ghiaia, ballavamo tra la folla, libere o abbracciate in un lento.
Sognavamo di amare ed essere amate, non di denunciare chiunque per qualsiasi cosa.
Vivevamo giornate lunghissime, trascorse in case o seminterrati di amici, dove si organizzavano feste interminabili.
E lì ci innamoravamo, perché non avevamo Internet, e la televisione ci interessava poco.
E sai una cosa?
Non sarai mai così straordinaria come lo era tua nonna.
Qualcuno doveva dirtelo. Ora lo sai.
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