Un interessante articolo pubblicato sull’Osservatorio dei Conti Pubblici dell’Università Cattolica.
Seguono alcuni miei commenti.
Commenti:
- Definire un’età pensionabile unificata per tutti i lavoratori mi sembra inadeguato:
- un lavoratore manuale, in particolare per quei lavori che richiedono forza fisica, potrebbe essere già meritevole di pensione a 60 anni;
- lo stesso problema si pone per quei lavoratori soggetti a forti stati di tensione o per i quali è necessaria una particolare prontezza di riflessi.
- In molti casi, tuttavia, un lavoratore intellettuale può restare in servizio attivo per un periodo molto più lungo; lo stesso vale per gli impiegati d’ordine.
- A titolo di esempio, la Chiesa Cattolica mantiene in servizio i sacerdoti a tutti i livelli fino a 75 anni con possibilità di proroga in base alle condizioni di salute fisica e mentale. Ho conosciuto diversi sacerdoti e almeno un vescovo la cui attività è stata prorogata fino a 78 anni e in alcuni casi anche oltre, un sacerdote di mia conoscenza è ancora attivo a tutti gli effetti anche se ha ormai superato il novantesimo anno di età.
- In realtà, l’età di pensionamento dipende da fattori oggettivi (caratteristiche della mansione svolta) e soggettivi (condizioni di salute fisica e mentale).
- Inoltre si potrebbero prevedere forme di pensionamento graduale, ad esempio passando da un lavoro a tempo pieno a un lavoro a tempo parziale e riducendo gradualmente il carico di lavoro.
Mi rendo conto delle difficoltà nel definire quelli che in realtà sarebbero piani di pensionamento individuali, che fra l’altro dovrebbero in qualche modo essere concordati con la persona, caso per caso; d’altra parte fare di tutt’erba un fascio non è mai il modo migliore di risolvere i problemi.
