1946 – La Monarchia perse, ma la Repubblica non vinse

Sull’argomento del referendum istituzionale del 1946 avevo già scritto alcuni anni or sono, all’epoca le mie considerazioni erano tratte dal libro “Italia e casa Savoia”, citato nel testo, del quale non conosco la data di stampa ma so per certo che fu acquistato da mio padre all’inizio degli anni ’60. All’epoca con ogni probabilità esistevano ancora documenti coperti da vincolo di segretezza ormai scaduto, nel 2023 è stato pubblicato un libro di Aldo A. Mola sull’argomento (Il Referendum Monarchia-Repubblica del 2-3 giugno 1946, edizione BastogiLibri) che introduce nuove considerazioni sull’argomento.

L’autore sintetizza l’esito del referendum asserendo che “la Monarchia perse, ma la Repubblica non vinse” e sostenendo pertanto che esso avrebbe a suo tempo dovuto essere annullato e ripetuto, e a supporto di ciò porta le valide argomentazioni che tentiamo di qui seguito di riassumere:

1 – la Repubblica fu proclamata in base ai dati resi ufficiali dalla Corte di Cassazione il 10 giugno 1946, dati che erano ancora incompleti anche se i voti residui non avrebbero alterato il risultato: 12672767 per la Repubblica e 10688905 per la Monarchia, dunque è corretto dire che la Repubblica ebbe più voti della Monarchia e di conseguenza il 18 giugno fu proclamata la Repubblica;

2 – i voti ottenuti dalla Repubblica costituivano il 45.3% degli elettori e che pertanto non costituivano la maggioranza dei votanti, che dovrebbe tenere conto anche delle schede bianche, annullate o soggette a contestazione (in altre parole, si definì votante non chi avesse esercitato il diritto di voto ma solo chi avesse espresso un voto valido), inoltre esistevano dubbi sulla popolazione e sul numero di aventi diritto al voto; come è noto da tempo, inoltre, vi furono contestazioni e ipotesi di brogli in fase di scrutinio di cui si sono perse le tracce;

3 – l’Italia era ancora in regime di armistizio e soggetta a occupazione da parte dei vincitori, non si votò né in Trentino Alto Adige né nella XII circoscrizione i cui abitanti, all’epoca ancora italiani, avrebbero comunque avuto diritto al voto;

4 – vi furono sospetti di brogli e ricorsi, peraltro mai dimostrati ma comunque non irrilevanti, ad esempio furono stampati 40 milioni di certificati elettorali per 28 milioni di elettori

5 – non è chiaro se e come siano stati conteggiati i voti nulli;

Le conclusioni dell’autore sono quello che il referendum avrebbe comunque dovuto essere annullato; il mio parere personale è che esso era prematuro, nel 1946 non esistevano ancora le condizioni per permettere elezioni libere né gli elettori erano in condizione di poter votare con serenità e obiettività, in quanto le passioni della guerra persa nonché della guerra civile degli ultimi due anni erano ancora accese. Un referendum di tale importanza avrebbe dovuto compiersi, come suol dirsi, “a bocce ferme” e pertanto non prima del 1949.

Lascia un commento