Non so quali popoli mongoli, obbligati dal loro culto a preghiere frequenti, si sono convinti che ciò che nelle preghiere riusciva gradito agli dei era che l’aria, smossa dal movimento delle labbra, provava costantemente che l’uomo si occupava di loro. Quei popoli hanno perciò inventato dei piccoli mulini per pregare che, agitando l’aria in un certo modo, effettuano perpetuamente il movimento desiderato e, mentre i mulini ruotano, ognuno, convinto che gli dei siano soddisfatti, attende senza inquietudine ai suoi affari o ai suoi piaceri. La religione di più d’una delle nazioni europee mi ha spesso ricordato questi piccoli mulini dei popoli mongoli.
Fonte: Benjamin Constant, Principi di politica, Editori Riuniti, Roma, 1970. Il testo originale, Principes de politique, è del 1815.
Nota: sembra che l’autore si riferisca ai buddhisti del Tibet e della Tartaria, avendo a sua volta come fonte il resoconto dei viaggi dell’abate Huc nel Tibet.
