L’anziano gentiluomo aveva ormai centotrentadue anni, tuttavia aveva conservato una postura eretta e dignitosa e un aspetto che si sarebbe potuto persino definire giovanile, comunque non dimostrava la sua vera età.
Era vestito elegantemente con un paio di pantaloni neri inseriti in stivali anch’essi neri, una marsina di colore rosso scuro a doppio petto con tre bottoni per parte, tutti rigorosamente abbottonati, una camicia bianca con collo alto a punte rivoltate ed una cravatta nera con fiocco orizzontale; in testa, anzi in mano, aveva un cappello a tricorno anch’esso nero. I suoi capelli, ancorché molto diradati, avevano conservato il colore della gioventù, i suoi occhi scuri erano puntati sull’interlocutore quasi volesse fargli una radiografia. Da quando ai gentiluomini era stato vietato portare la spada, aveva sempre con sé un bastone nero dal pomo d’argento che era appartenuto al suo bisnonno ed era tutto quanto restava dell’eredità di famiglia.
Tuttavia, guardandolo con attenzione, si sarebbe potuto notare che i suoi abiti, ancorché ben tenuti, erano piuttosto consunti e che le tomaie dei suoi lucidi stivali presentavano alcune lesioni che altro non erano se non i segni di un uso troppo prolungato
Entrò nel grande salone, pieno di una moltitudine mal vestita e rumorosa assai: in fondo vi erano alcuni sportelli, corrispondenti a diverse iniziali del cognome.
Il gentiluomo si diresse verso lo sportello corrispondente al suo cognome e si mise pazientemente al fondo di una coda di una trentina di persone. Una donna lo vide e lo riconobbe:
“Eccellenza, si accomodi. E voi, fate luogo a sua Eccellenza!”
Tutti si spostarono con fare rispettoso, coloro che avevano un copricapo di scoprirono con deferenza, alcuni accennarono un inchino. Il gentiluomo li ringraziò con un triste sorriso e giunse indisturbato allo sportello che era presidiato da un impiegato di mezza età, completamente calvo e nella cui bocca si poteva notare la mancanza di alcuni denti.
“Buongiorno. I miei rispetti, Eccellenza”
“Buongiorno, Aristarco, come va? Tua moglie è guarita?”
“Non ancora Eccellenza, però sta un pochino meglio. Grazie, Eccellenza, per il suo interessamento”.
“Pregherò per lei, a te grazie per il servizio che rendi alla comunità. A proposito, sono venuto a ritirare il mio sussidio di povertà”
CC BY-NC-ND 4.0 Gianluca di Castri – 24/04/2025
