Un bell’articolo di Max Barzaghi su QUORA che trascrivo integralmente qui sotto.
La prima persecuzione ufficiale storicamente accertata contro gli ebrei fu quella di Antioco IV Epifane il quale, nel II sec. a.C. con una serie di editti in pratica mise al bando la religione ebraica. Tali vicende sono narrate nei libri biblici dei Maccabei.
https://it.chabad.org/library/article_cdo/aid/1703911/jewish/IL-Fattore-Antioco.htm
I motivi per cui gli ebrei erano malvisti da parte del mondo ellenistico, e poi da quello romano, erano essenzialmente dovuti alla loro religione.
Le società antiche non avevano, a differenza delle nostre, una vera e propria differenza tra Stato e religione, profano e sacro.
Le due cose erano così tanto collegate che a volte era impossibile scinderle.
Mentre però per quasi tutto l’Ecumene di allora (politeista) non era vietato venerare altre divinità oltre alle proprie e, anzi, si tendevano a introdurne anche ufficialmente di nuove, gli ebrei avevano una concezione opposta.
Loro non solo adoravano un solo dio (YHWH) ma, almeno per quanto riguarda il periodo in questione, non ammettevano neppure l’esistenza di altre divinità che assumevano sempre connotazioni negative.
In società dove la religione e i riti collettivi assumevano a volte un’importanza essenziale, la posizione anomala degli ebrei veniva interpretata come ostile se non dannosa.
A ciò vanno aggiunti tutti i precetti che un buon ebreo osservante doveva rispettare, tra cui astenersi a ogni tipo di lavoro ne giorno di Shabbath, il non potersi cibare di alcuni animali e di doverli comunque cucinare in modo particolare, non poter frequentare alcuni ambienti, il doversi tenere distanti (anche fisicamente) da non ebrei in precisi momenti dell’anno, ecc. che li rendeva ancora di più estranei, quasi come se costituissero una nazione nella nazione in cui vivevano.
Va anche detto però che al contempo c’erano alcuni ebrei maggiormente disposti a ellenizzarsi, pronti a integrarsi nel contesto in cui vivevano, senza rinnegare del tutto la propria fede.
Accanto però a essi c’erano movimenti più tradizionalisti che non accettavano nessun compromesso con i nuovi padroni politici.
Mentre infatti Alessandro Magno e i suoi successori avevano rispettato l’unicità ebraica, mantenendo pressoché intatti i loro privilegi, Antioco decise di intervenire in modo molto più pesante, volendo integrare forzatamente anche gli ebrei meno disposti ad assimilarsi.
Il tutto poi si inserì nella complessissima situazione politica del Mediterraneo, dove i successi e le conquiste di Roma proseguivano senza ostacoli, e quella interna a Israele stesso.
I Romani ebbero pure essi un atteggiamento ambivalente con gli ebrei. Mentre gli ebrei della Diaspora, ossia quelli diffusi in tutto il bacino del Mediterraneo, furono a loro modo rispettati senza particolari restrizioni, con gli abitanti della terra d’Israele la situazione fu molto più complicata.
Pur essendo un territorio molto piccolo e con pochissime risorse naturali, Israele era una cerniera naturale tra le due importantissime province romane di Siria ed Egitto, per cui era essenziale mantenerne il controllo.
All’inizio Roma preferì confermare un governante idumeo locale, Erode il Grande, come sovrano di questo regno. Pur essendo uno Stato vassallo di Roma, Erode aveva assoluta autonomia nella politica interna.
La situazione però cambiò con la divisione del regno avvenuta alla sua morte.
La Giudea (la parte più importante della regione, anche per via della sua capitale Gerusalemme) e la Samaria, dopo un breve interregno di Archelao, furono gestite direttamente da una serie di prefetti mandati direttamente da Roma, di cui il più famoso è Ponzio Pilato.
Molte volte questi prefetti si comportarono con arroganza con la popolazione, non rispettavano le loro usanze che neppure si sforzarono di conoscere, entrarono presto in conflitto con gli altri poteri politici locali (come gli Erodi, a cui erano stati assegnati altri territori, e i Sommi Sacerdoti), con le élites religiose e lo stesso Sinedrio, il supremo tribunale- parlamento ebraico che i Romani avevano comunque lasciato sussistere, ecc.
D’altro lato gli ebrei, che già mal sopportavano gli “Erodi” visti come usurpatori stranieri, furono ancora più ostili al controllo diretto dei procuratori romani. Segno della loro protesta violenta furono gli zeloti e i sicari, ribelli famosi per le loro uccisioni sia di cittadini e soldati romani che di altri ebrei maggiormente concilianti con essi.
Queste reciproche incomprensioni degenerarono presto in conflitti aperti, chiamati poi “Guerra Giudaiche” che comportarono alla fine la distruzione del Tempio di Gerusalemme (e con esso la fine della classe sacerdotale) e la costituzione di una città ellenistico-romana al posto di Gerusalemme stessa.
Se pure, quindi, non mancarono persecuzioni nel Mondo Pagano, quando il Cristianesimo (nato peraltro dallo stesso ebraismo) divenne religio licita e poi, con Teodosio, l’unico culto ammesso, i problemi si intensificarono.
Al di là di alcune considerazioni degli stessi Padri della Chiesa sugli ebrei (che sarebbero comunque da collocare nel loro contesto e non travisare in chiave contemporanea), la percezione era comunque negativa.
Gli ebrei venivano accusati senza giri di parole di deicidio, un po’ prendendo alla lettera alcuni brani evangelici, un po’ per differenziare ulteriormente il Cristianesimo dall’Ebraismo.
Va infatti detto che, per un Romano o Greco, gli ebrei e i primi cristiani erano quasi indistinguibili per loro, e venivano disprezzati allo stesso modo.
Nel Medioevo va però detto che, eccettuate sporadiche persecuzioni (del resto a carattere locale e quasi mai avallate dalla autorità), raramente si assistette a episodi di più larga scala, almeno fino alla soglie dell’Età Moderna.
Data l’estrema frammentazione politica del Mondo medievale è impossibile fare affermazioni che siano valide unanimemente. In termini molto generali si può dire che quasi sempre le autorità mantennero una posizione piuttosto precisa: tolleravano gli ebrei e in molti casi li proteggevano, tuttavia li consideravano un gradino sotto i sudditi cristiani, proibivano ovviamente le conversioni alla loro fede e, in alcuni casi, li costringevano ad alcune limitazioni, non imposte ad altri sudditi.
Una di queste fu ad esempio chiuderli forzatamente in ghetti, obbligarli a indossare vesti specifiche in modo da renderli immediatamente riconoscibili o costringerli a fare solo determinate professioni, perlopiù proibite ai cristiani.
Fu così che gli ebrei europei si dovettero giocoforza specializzare in alcuni particolari campi, come il prestito a interesse (per i cristiani era teoricamente proibito perché assimilato all’usura), il commercio di stracci e, in seguito, il taglio e commercio di diamanti ecc.
Molte di queste attività peraltro associate alla ricchezza non fecero altro che creare ulteriori malumori per i cristiani, addossando agli ebrei tutti gli stereotipi che ancora oggi hanno, come avidità, cupidigia e ricchezza.
Grossomodo fu questa la situazione per tutto il Medioevo che cambiò poco con la Riforma Protestante. Da segnalare soltanto l’espulsione di ebrei e musulmani dai regni di Castiglia e Aragona da parte dei sovrani cattolici e le affermazioni dello stesso Lutero che si scagliò con veemenza contro gli ebrei
https://www.chiesavaldese.org/aria_article_cat.php?ref=209
Di tutt’altra matrice fu invece l’antisemitismo “scientifico” di fine 800 che vedeva gli ebrei come un popolo inferiore e a cui attingerà a piene mani Hitler e il suo Nazionalsocialismo.
Dato che però la domanda parla espressamente di antichità, siamo già abbondantemente oltre l’argomento principale.
Del resto, sull’antisemitismo (diverso dall’antiebraismo) nazista ci sono già ottime risposte su Quora.
Segue il mio commento, anch’esso pubblicato su Quora in data 24/08/2024
Mi congratulo innanzi tutto con Barzaghi per l’articolo, cui vorrei aggiungere un commento: gli ebrei sonno odiati, fra l’altro ed in particolare in tempi recenti, perché si sono spesso trovati ad avere posizioni di rilievo in una società in cui sono numericamente di poco peso e ciò paradossalmente dovrebbe essere ascritto a loro merito. (1) i loro metodi educativi hanno permesso loro di trasmettere nei secoli non solo la loro fede ma anche le loro tradizioni e la loro identità e di creare un gruppo sociale s’ chiuso, ma di livello medio-alto sia dal punto di vista culturale che dal punto di vista economico (2) nei secoli dal X al XIV quando l’alfabetizzazione era in media del 3% (dato controverso) gli unico a saper leggere e scrivere erano uomini di chiesa, ebrei e qualche nobile qua e là, come stupirsi se uomini di chiesa ed ebrei si trovassero spesso in posizioni preminenti e (3) ancora nella prima metà del XX secolo il loro peso nell’economia era di molto superiore al loro peso numerico. In altre parole, fra le cause dell’odio verso gli ebrei ritengo non si debba dimenticare l’invidia sociale
