La prima guerra mondiale, che fu veramente un’inutile strage secondo la definizione di papa Benedetto XV, segnò il primo atto del suicidio europeo.
Essa può essere divisa in due fasi, la prima fino al 1917 in cui si usò esclusivamente la tecnica offensiva delle ondate successive con perdite enormi che, più o meno fu la tattica prevalente su tutti le fronti: pertanto non è corretto criminalizzare il generale Cadorna (che certo non era peggiore di French o di Nivelle, per non parlare del fronte russo).
A partire dal 1917 ci si rese conto che non si poteva andare avanti in questo modo e si adottò una tattica più flessibile: in Italia in particolare dopo lo sfondamento nella conca di Plezzo, dovuto da una parte all’uso per la prima volta di acido cianidrico da parte tedesca e dall’altra al mancato intervento della nostra artiglieria, un’armata dell’esercito italiano collassò per cui si rese necessario un ripiegamento al Tagliamento e poi al Piave, durante il quale gli italiani iniziarono spontaneamente (a livello di battaglione o di reggimento) una difesa manovrata che rallentò l’avanzata austro-tedesca e ne permise successivamente l’arresto sul Piave, mentre nella popolazione italiana nasceva un sussulto patriottico senza precedenti (l’interventismo del 1915 era stato un fenomeno elitario).
La sostituzione di Cadorna si rese a questo punto indispensabile così come in Francia, alcuni mesi prima, Nivelle era stato sostituito da Pétain ed ancora precedentemente French da Haig: il comando passò al generale Diaz con sottocapi di Stato Maggiore Badoglio e Caviglia (quest’ultimo, a mio parere, fu il principale artefice della successiva vittoria). Il risultato importante per l’Italia, più ancora della vittoria, fu che oltre 5 milioni di uomini entrarono in trincea come piemontesi, siciliani, napoletani, toscani o lombardi e ne uscirono italiani: la nostra identità nazionale non è nata nel 1861 ma nel 1915–18.
Una curiosità: qualcuno avrà notato che ho usato il termine “fronte” al femminile, di fatto era l’uso corrente all’epoca e lo si ritrova ancora in qualche testo militare
