Provincialismo

Letto su Facebook, autore Andrea Sartori

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Ci sono due tipi di provincialismo: quello per cui “in Italia è tutto meglio” e porta a disprezzare le culture altrui con scemenze tipo la storia del bidet e arrivando a negare l’immensa portata delle culture francese, tedesca o anglosassone (per non parlare della forma estrema di questo provincialismo che è il campanilismo tipo “la mia città è l’unica figa in Italia e Milano/Torino/Venezia/Firenze/Roma fanno cacare”. Ogni riferimento ai neoborbonici è puramente casuale…)
E poi c’è l’altra faccia del provincialismo, quella che da noi fa tutto schifo e vuoi mettere con la Cina, il Giappone, l’America o la Russia? È la sindrome di Nando Mericoni auanagana kansassiti.
Questa cosa colpisce molto la musica. Esiste un disprezzo diffuso per i miti della musica operistica, visti come macchietta da stereotipo. E come musicisti mediocri mentre voimette Wagner con quattro ore de valchirie, nani ed elfi che pare Tolkien versione musical?
Dati alla mano nel 2019, ultimo anno prima del Covid, sono state rappresentate NEL MONDO 335 opere di Giuseppe Verdi contro 117 di Richard Wagner. Nel mondo. E l’opera più amata e rappresentata nel mondo è la Traviata. A Verdi aggiungiamo i Puccini, i Rossini, i Mascagni, i Leoncavallo…Grazie a Pavarotti il Nessun dorma è uno dei brani musicali più famosi di sempre. Quando fu aperto il Canale di Suez il Khedivé d’Egitto chiese un’opera di Verdi. E la voleva davvero perché convincere il maestro non era facile. Wagner si sarebbe precipitato a fare una roba megalomaniaca sotto le Piramidi ma il Khedivé voleva Verdi…
Noi pensiamo che la nostra musica sia troppo “provinciale”. Ma attenzione, tutto quello che diventa universale è “provinciale” e solo il “provinciale” col suo sapore tipico può diventare universale. Wagner non era forse “provinciale”? Andava a pescare nei miti locali di tribù barbare. Lo stesso Omero è “provinciale” quando costruisce un’epopea attorno ad una scazzottata tra quattro signori della guerra locali. E Shakespeare? Anche nei drammi ambientati in Italia o in Danimarca si sente un sapore di “Old England” e non di rado poi ci sono versi di canzoni da osteria della campagna inglese. Dante stesso si riferisce spessissimo a fatti ultralocali.
La nostra musica è amatissima. Ci sono cinesi e giapponesi che si imparano l’italiano solo per cantare le nostre arie d’opera.
Le nostre glorie sono Dante, l’arte e la scienza medievali e rinascimentali e l’opera. Sono cose amate in tutto il mondo.
Snobbarle è “provinciale”

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